venerdì 27 luglio 2012

99 cent

   Se c'è una cosa che non mi spiego è perché la gente entri nei negozi "tutto a 99 centesimi". Voglio dire, per me è normale pensare che l'acquisto di qualcosa parta dal desiderio: "desidero un bene, mi convinco di averne bisogno, valuto se me lo posso permettere e nel caso attendo di avere il denaro necessario per l'acquisto,
vado in un negozio, lo compro, me lo porto a casa e me lo godo"Il negozio a 99 cent, invece, parte da una logica opposta e perversa: "posso spendere un euro, vado in un negozio dove tutto costa
un euro e cerco la cosa migliore(1) che posso comprare per quel denaro, la compro e, subito dopo, me ne dimentico".
Pubblicità e sesso
   Si tratta di un sistema sbagliato che, evidentemente, è stato radicato nella gente da una educazione che pone il consumo come obbiettivo finale. Del resto come opporsi se persino il desiderio, quella fase indispensabile per far scattare la molla dell'acquisto, è diventato artificiale, spinto dai media? Voglio dire, vi è mai successo di andare a casa con un mucchio di cose importanti per la testa fra le quali la scuola dei bambini, il fatto che dovrete alzarvi presto la mattina dopo, la spesa della settimana da incastrare fra le attività del sabato ed altro ancora, guidando la vostra vecchia automobile in modo automatico, senza minimamente preoccuparvi di lei che, in fondo, il suo mestiere di portarvi avanti ed indietro lo fa egregiamente e poi di trovarvi, davanti alla pubblicità della nuova auto XXXX a pensare che dovreste cambiare macchina? Se vi è successo, sappiatelo, è perché i pubblicitari delle case automobilistiche sono bravissimi; in realtà quello di cambiare auto non è un desiderio vostro, è un desiderio indotto. Lo stesso vale per i biscotti della prima colazione, per la cucina nuova, per la pasta asciutta e così via.
   Dobbiamo riabituarci ad avere desideri nostri, a desiderare qualcosa con intensità quasi dolorosa prima di abbandonarci all'acquisto e, anche allora, a rianalizzare la cosa a posteriori, per verificare che i benefici ottenuti siano proprio quelli che speravamo. In questo modo inizieremo a renderci conto che la maggior parte delle cose che compriamo non ci serve e non ci dà piacere in nessun modo. L'acquisto in sé, lo shopping, non è altro che una sublimazione di qualcos'altro, forse del nostro desiderio di pensare un po' a noi o, magari, solo di quello di manifestare, in questo modo, il nostro potere di agire sulla nostra vita.
   Bé, possiamo pensare a noi anche godendoci un paio di giorni di ferie non retribuite, pagati con quello che abbiamo risparmiato non comprando cose inutili, possiamo percepire il nostro potere di decidere della nostra vita anche decidendo di non comprare.
Lista della spesa
   Così, evitiamo di entrare nei "99 cent", andiamo a fare spese con una lista ben meditata in mano e la consapevolezza che qualsiasi cosa compreremo oltre a quello che ci siamo prefissi sarà una vittoria per il sistema consumistico, lo stesso che si è impossessato della nostra vita e che non ci lascia un momento per pensare e per godere di ciò che, in realtà, già abbiamo.

(1) Il termine migliore è stato introdotto su segnalazione di un lettore al posto di un altro che poteva dare adito a fraintendimenti. Per saperne di più leggete il primo commento qui sotto.

27 commenti:

  1. evidentemente non hai nulla di meglio da fare nella vita. non hai mai pensato che i 99 cent offrono l'opportunità a persone meno agiate di comprare cose di cui hanno bisogno.ti faccio notare che i 99 cent non vendono cose "schifose"come le definisci tu!! hanno una vasta gamma di prodotti :cancelleria,igiene delle persona,pulizia casa,decoupage,confezionamento regali e tanto altro.nel tuo penoso discorso senza senso ci sono solo controsensi.nei "99 cent"trovi solo articoli non pubblicizzati e ovviamente meno cari.spendi meglio il tuo tempo e parla di cose che conosci invece di infangare persone che lavorano.e se sei così convinto di ciò che dici perché non ti firmi con nome e cognome!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro anonimo, o anonima che dir si voglia, ho come il sospetto che tu non abbia letto il post o, peggio, che tu non abbia capito ciò che hai letto. In questo caso mi dispiace, perché questo potrebbe dipendere dalla tua stupidità, cosa che mi lascerebbe sinceramente indifferente, ma anche dalla mia mancanza di chiarezza. Comunque io non ho detto affatto che ai 99 cent vendono cose schifose, ho detto che non ha senso comprare solo per comprare e che i 99 cent sono pensati proprio in quest'ottica. Non si entra in quei negozi con l'idea di comprare, ad esempio, una saponetta, ma con l'idea di vedere cosa si può comprare con 99 centesimi e questo è demenziale. Per quanto riguarda il mio nome ed il mio cognome, vedi, non avrei problema a parlarti de visu e magari ad offrirti un caffè, ma mi sembra che mentre sul mio blog il mio nome compare tu ti sia firmato come anonimo/a.

      Elimina
    2. Mi sono accorto ora dell'uso piuttosto infelice del termine "meno schifosa" nel mio post, che potrebbe dare luogo ad incomprensioni. Provvedo quindi a modificare il post sostituendo alle parole "meno schifosa" la parola "migliore".
      Non rende purtroppo l'idea nello stesso modo ma non da luogo ad incomprensioni.
      Ciao, Paolo.

      Elimina
  2. ho notato che l'unico commento alle tue pubblicazioni è il mio!!! che successone!!
    Ne hai proprio una per tutti vero?
    Cosa ci troverai di divertente nel criticare tutto e tutti?
    buon divertimento allora!!!!
    Francesca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma cosa dici Francesca, il tuo commento è ben il secondo di questo post e questo, in linea di principio, è un successo: significa che per lo meno due persone mi hanno letto.
      In ogni modo non è che io trovi divertente criticare tutto e tutti, è che ritengo che ci siano delle enormi incongruenze nel nostro attuale modo di vivere che portano ad uno stato di malessere generale. Il consumismo, la pubblicità, la spinta compulsiva all'acquisto, la sublimazione del proprio ego nell'acquisto stesso e così via sono alla radice di parecchi mali. Certo, specialmente quando ci si trova all'interno del meccanismo, è difficile riconoscere questa cosa. Significa accettare l'esistenza di un diverso modo di concepire i valori della vita e, specialmente, accettare di farsi delle domande del tipo "ma se io facessi questo, cosa succederebbe? E se lo facessero tutti? E se non lo facesse nessuno?" e magari scoprire che la strada di tutti i giorni, quella comoda, quella che ci fa sentire integrati nella società, non è proprio la migliore, non lo è per noi e non lo è per gli altri.
      Poi, libera di pensare ciò che credi della vita, dei miei post ed anche di me, nessuno ti può o ti vuole negare questo diritto, ma ricorda che il contraddittorio è alla base della civiltà. Puoi convincermi dei miei sbagli, puoi convincerti che in fondo a sbagliare sei tu, puoi convenire con me che partiamo da posizioni talmente opposte da non poter concordare su nulla, puoi semplicemente alzare le spalle ed andare via. Quello che non puoi fare, o meglio, puoi perché io non ho intenzione di applicare censure, ma non dovresti perché è una dimostrazione di stupidità, è limitarti alla critica sterile.
      Ecco, visto che hai parlato di critiche, ti spiego la differenza fra una critica sterile ed una costruttiva: La prima non apre nessuna possibilità di interazione. Distrugge (o tenta di farlo) qualcosa senza rimpiazzarlo con nient'altro. La seconda, invece, propone delle alternative. Ecco, io credo, con i miei post, di piazzarmi nella seconda categoria, e tu?
      Ciao, Paolo.

      Elimina
  3. Ciao Paolo! mi dispiace deluderti,ma il primo commento è il mio come il secondo,ho stupidamente dimenticato di firmare,infatti rileggendo me ne sono accorta e ho pubblicato il secondo.
    Mi ha fatto piacere vedere che hai modificato il testo!!
    Non sono stupida e il tuo discorso credo di averlo capito perfettamente, ed è per questo che continuo a non capire cosa centrino i 99 cent nel tuo ragionamento,dato che sostieni che si entri in questi negozi solo spinti da un desiderio indotto.
    Hai preso come esempio una catena che non assilla con pubblicità insistente,e come ho già detto non vende cose inutili.
    Non credo che dare la possibilità di acquistare cose necessarie anche a persone meno agiate sia una politica sbagliata.
    Credo invece,che questo metodo di commercio non solo stia avendo successo ma faccia riflettere le persone.
    Nei 99 cent posso comprare ad esempio un tutti i prodotti per l'igiene della persona a 1 euro e uscire soddisfatta per il semplice motivo che ho speso bene il mio denaro faticosamente guadagnato,o meglio,ho comprato una cosa a ma necessaria pagata il giusto
    senza essere condizionata dalla pubblicità.
    Quello che mi infastidisce è che si parli di ciò che evidentemente si conosce poco,creando un blog con tanto di foto.
    Spero che questa tu possa giudicarla una critica costruttiva!
    Ciao FRANCESCA

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Francesca,
      ho iniziato a pormi il problema guardando l'approccio dei miei figli a questo tipo di negozio. Ho due figli preadolescenti e, come capirai, cerco, spesso con poco successo, di farli crescere nel migliore dei modi. Spesso loro hanno in tasca una moneta da un euro, regalo nostro o dei nonni, e spesso loro mi chiedono di portarli in edicola o al 99 cent. E' significativo il fatto che non mi chiedano di portarli in un negozio di giocattoli o di articoli sportivi, eppure è abbastanza ovvio che un pallone, una bambola, un fucile, una fionda o qualcosa del genere nei loro desideri c'è, ma sanno perfettamente che non possono comprare quelle cose con un euro e quindi mi chiedono di portarli dove, con un euro, qualcosa da comprare la trovano comunque.
      Poi continui ad osservarli dopo l'acquisto. Passano si e no dieci minuti e l'oggetto comprato viene accantonato, abbiamo un intero contenitore (hai presente quelli per la biancheria sporca) di fianco al letto di mia figlia pieno di cose comprate e mai usate. Quando, però, l'acquisto viene preceduto dal desiderio, quando cioè capita che desiderino veramente qualcosa, che attendano di poterla avere risparmiando i loro soldini invece di comprare la prima cosa alla loro portata, allora li vedi godersi la loro spesa fino in fondo. Niente bidone delle cose inutilizzate in quel caso, solo la gioia di possedere qualcosa che si desiderava veramente.
      Allora, dal punto di vista educativo, mi sembra ovvio che l'entrare in un negozio per vedere cosa si può comprare sia un errore, e questo è il modo di proporsi dei 99 cent. Poi, intendiamoci, se uno parte dicendo: mi serve un (diciamo che gli serve un portasapone) portasapone. Prima di spendere 10 euro al supermercato vado a vedere se ne trovo uno al 99 centesimi, che questo è proprio il genere di oggetto che vendono, ecco, in questo caso è ovvio che il 99 centesimi diventa un negozio come un altro e, dato il risparmio, magari anche migliore, ma secondo me è difficile che l'approccio sia questo.
      Per quanto riguarda le foto, bè, sono le foto del 99 centesimi più vicino a casa mia. Non mi sta particolarmente antipatico ed anzi, la commessa è anche una bella donna, spero che tu non sia lei.
      Per finire, volevo dire una cosa circa le persone meno agiate. Le persone meno agiate, oggi, faticano a mettere in tavola un piatto di pasta a fine mese, non credo che la loro massima preoccupazione sia il 99 cent, loro 99 cent da spendere per sfizio probabilmente non li hanno proprio. Ho avuto occasione di conoscere dei volontari del banco alimentare e, credo, saresti stupita di sapere quante persone con un lavoro debbano ricorrere al loro aiuto per mantenere la famiglia. L'Italia ormai è come il terzo mondo ed i 99 cent, scusami se insisto, fanno la guerra dei poveri.
      Ciao, Paolo.

      Elimina
  4. Ciao Paolo,
    sinceramente mi arrendo perché evidentemente parliamo due lingue diverse o forse non mi so spiegare! non ho detto che le persone meno agiate risolvono i loro problemi andando nei 99 cent.
    Credo semplicemente,che andare in questi negozi per alcuni purtroppo stia diventando un'esigenza,e mi riferisco sempre al fatto che tanti articoli che trovi anche nei supermercati in questo tipo di negozi li paghi meno(ovviamente non di marca perché non pubblicizzati).
    Su una cosa forse siamo d'accordo,che la maggior parte dei nostri acquisti è forse superflua.
    Per quello che riguarda l'educazione dei nostri figli posso solo dirti che sta a noi cercare di far capire loro ciò che veramente conta nella vita.
    Da mamma di un ragazzo di 20 anni penso che l'unica cosa giusta sia parlare il più possibile con loro e non lasciarli soli davanti a un computer capace unicamente di isolarli dal mondo reale.
    I figli sono lo specchio dei genitori,e questo mi incoraggia ogni giorno a cercare di migliorare!
    Il perché continuo a risponderti non lo so, l'ultima cosa che ti dico è che se davvero l'Italia fosse come il terzo mondo forse sarebbe un'Italia più umana.
    Per il resto pensala come vuoi sui 99 cent,il discorso credo che sia stato anche troppo discusso.
    Ciao,Francesca

    RispondiElimina
  5. L'unica cosa con cui mi trovo d'accordo con Paolo, è che (simona) la commessa del negozio sia una bella donna.
    Per il resto non vedo proprio l'utilità e il senso di questo attacco verso questo tipo di attività, quando è un'attività come tante altre, non vedo differenza con un negozio comune di casalinghi, o una galleria di negozi intorno ad un supermercato (il tipico centro ocmmerciale), o il classico giro per i negozi nella via del centro a curiosare tra le vetrine, magari non ti serve nulla, ma vedi una borsa, un paio di scarpe che ti piacciono ù, e te le compri.... QUAL'E' IL PROBLEMA?????? la gente lavora, i soldi se li guadagna, e sarà libera di spenderli come meglio crede, anche il giocattolo che tuo figlio ha tanto sognato e per cui si è messo i soldi da parte e ha compmrato, un giorno sarà accantonato, non ci giocherà tutta la vita, certo, magari dura più di un oggetto comprato al 99 cent, ma qual'è la differenza???? uno ti ha reso felice un giorno, l'altro un anno, e allora? l'importante dovrebbe essere vedere il sorriso sulla faccia di tuo figlio anche per un secondo, o parlando di chiunque, la soddisfazione di un singolo individuo nell'aver comprato qualsiasi cosa, che gli serva o meno, ma comunque guadagnata lavorando. altrimenti se dobbiamo comprare solo ciò che ci serve, non ci serve molto nella vita, una volta che hai qualche vestito, da mangiare, e delle scarpe con cui andare a lavorare, non abbiamo bisogno di nient'altro, ma dobbiamo vivere in questo modo????? lavoriamo per mettere i soldo da parte e usarli solo per mangiare e pagarci le spese mediche??? perchè cosa altro c'è di necessario per vivere? neanche una vacanza è indispensabile! io credo che la gente, i propri soldi, che guadagna, debba spenderli nel modo in cui meglio crede, che poi ci sia chi sappia amministrarseli, e chi no, questo è un altro discorso!
    Alessandro!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dio mi scampi dal non spendere i soldi che guadagno. Sono perfettamente d'accordo con te sul fatto che, visto che ce li sudiamo, dobbiamo anche goderceli. Il problema, secondo me, sta proprio in questo, dobbiamo goderceli, dobbiamo avere dei desideri "nostri" e non indotti dalla pubblicità o da un giro dei negozi. Che poi il desiderio sia una vacanza, un pianoforte a coda, una mangiata con gli amici o un corso intensivo di yoga non ha la benché minima importanza, come non è importante che sia meditato o impulsivo, purché sia un desiderio vero e non indotto. Per questo, sempre secondo me, i desideri non dovrebbero nascere né davanti la TV né davanti ad una vetrina o dentro ad un 99 centesimi, ma dovrebbero nascere dentro di noi. Dopo, una volta chiarito cosa vogliamo (che sia per necessità o per sfizio non ha importanza) possiamo anche andarlo a comprare al 99 centesimi, ma dopo.
      Poi, ripeto, questa è una mia opinione personale, ma una cosa è certa: se entro con i miei figli al 99 centesimi ne esco con almeno 10 cose delle quali, fino ad un istante prima, non sentivano minimamente la mancanza e questo, secondo me, è un vero inno al consumismo.

      Elimina
  6. Ciao Paolo,
    leggendo le tue riflessioni(al quanto discutibili) sui 99 cent mi sono resa conto che il problema non sono questo genere di negozi!ma bensì la tua difficoltà nel dire no ai tuoi figli e a te stesso.
    Sono una cliente abituale proprio del negozio che hai fotografato e posso dirti che compro ottimi prodotti per niente inutili a un prezzo giusto,spesso molto inferiore ai soliti supermercati.
    Ritengo che specialmente in questo grave periodo di crisi,i 99 cent siano una valida alternativa.
    Considerando poi il discorso sul consumismo mi sembra proprio che tu ti stia un po'confondendo,questi negozi offrono articoli ad esempio di cancelleria per la scuola(dato che hai figli)a prezzi vantaggiosi e sulla lista di inizio anno scolastico si risparmia parecchio.
    la stessa cosa vale per la cosmesi,da quando uso i loro prodotti risparmio almeno 100 euro l'anno rispetto alle profumerie.
    Non entri in questi negozi per vedere l'articolo "meno schifoso"anzi ti rendi conto di quanto se ne approfittino altri negozi.
    trovo anche di cattivo gusto la foto abbinata che hai pubblicato (te la do gratis la montatura)!!!
    Valeria

    RispondiElimina
  7. Ciao Valeria,
    scusa se ci ho messo un po' a rispondere, ma ho avuto un periodo caotico ed ho letto solo ora il tuo commento. Questo post é proprio forte, ho sollevato un vero vespaio. Ok, allora, non ho mai detto che al 99 c non si possa risparmiare qualcosa, fermo restando che se uno pretende di comprare un oggetto con un alto valore intrinseco a 99 centesimi si sta illudendo, si, al 99 centesimi si possono fare buoni affari, come del resto in un qualsiasi altro negozio. Quello che mi disturba non è il negozio in sè, è l'immagine che vuole dare, cioè quella di un negozio dove si entra senza sapere prima cosa si desidera, ma solo per guardare cosa si può comprare a 99 centesimi, come se non fosse la necessità di un oggetto a motivarne l'acquisto ma il suo prezzo, e questo é un ragionamento terribilmente consumistico.
    Quello che io voglio dire é che prima di entrare in un negozio ed acquistare, indipendentemente dal prezzo e dal tipo di negozio, si deve essere passati attraverso la necessità o il desiderio dell'oggetto da acquistare, prima e non dopo, è l'unico modo per evitare acquisti inutili.
    Per quanto riguarda la pubblicità degli occhiali sì, la trovo anch'io di pessimo gusto, ma rende l'idea delle leve che stanno dietro ai nostri acquisti superflui.
    Ciao, Paolo.

    RispondiElimina
  8. Ciao Paolo,ho letto questo tuo post perchè più di un cliente mi ha riferito quello che hai pubblicato!
    Il tuo "attacco"alla catena dei 99 cent mi sembra di capire che non trova grande riscontro favorevole a ciò che sostieni,saranno tutti stupidi?ah già dimenticavo a te non importa è un problema loro!
    Probabilmente il tuo scopo non è trovare pareri concordanti ma indurre i lettori a scrivere sul tuo blog e considerarlo di successo!
    Trovo piuttosto, non coerente con ciò che scrivi il fatto che tu sia cliente di questi negozi!
    Non trovo demenziale entrare nei 99 cent e capire cosa si può comprare con 1 euro,anzi ci si può rendere conto che spesso si spendono soldi in modo poco oculato senza sapere il vero valore di ciò che si compra.E nei 99 cent lo puoi capire,questo franchising ti mostra semplicemente il vero valore dei prodotti.
    Hai riportato l'esempio sbagliato per parlare di consumismo.
    La maggior parte dei clienti entra con le idee ben chiare e con la lista di ciò che cerca.
    Nessuno entra con l'illusione di comprare un oggetto con un valore superiore a 1 euro e tanto meno la catena tenta di far credere questo.
    Non trovo corretto pubblicare la foto del negozio e ancora meno abbinarla a quella pessima pubblicità degli occhiali,è abbastanza offensiva.
    volevo inoltre farti notare che non utizziamo pubblicità per indurre le persone come dici a comprare,al contrario sei tu il primo a sfruttare una pubblicità che si riferisce a ben altro per attirare l'attenzione e indurre leggere!!
    Sarei curiosa di sapere di cosa ti occupi,solo per capire il perchè di questo accanimento,trovo che sia molto comodo e divertente parlare male e a caso del lavoro altrui senza metterci la faccia!
    Che altro dire..
    Evviva gli "STUPIDI" che non si fanno ingannare dalle pubblicità
    perverse!!!!
    ciao,LA TITOLARE

    RispondiElimina
  9. Cara titolare,
    per prima cosa vorrei dire che, come puoi facilmente notare questo blog non ha inserzioni pubblicitarie. Scrivo per il piacere di farlo e per l'amore della discussione, nessuno mi paga per questo e quindi, sinceramente, della pubblicità non saprei proprio cosa farmene.
    Il fatto che a commentare un post sia chi non è d'accordo, è abbastanza normale e quindi, se fossi in te, non cercherei di trarre conclusioni su chi sia pro e chi sia contro le mie idee, cosa comunque abbastanza irrilevante.
    La pubblicità degli occhiali entra su questo post perché, malgrado sia effettivamente di pessimo gusto, è una pubblicità che fa leva sugli istinti primitivi della gente, esattamente come quella più sottile ma altrettanto presente del 99C. Il nome stesso, sull'insegna, è una pubblicità, e funziona esattamente nello stesso modo. Niente di male in questo, la pubblicità è l'anima del commercio, solo che la preferirei diversa, in entrambi i casi.
    Per quanto riguarda il mio "accanimento", non mi sembra di essermi accanito assolutamente, ho solo espresso una mia opinione, che può o meno essere condivisa, ed ho risposto a chi commentava cercando di spiegare meglio le mie idee. Non è il tuo lavoro che contesto, è il fatto che la gente entri in un negozio per vedere cosa può comprare. Poi, se come dici tu la gente entra con la lista della spesa, benissimo, vorrà dire che mi sono sbagliato, ma posso dirti con certezza che i miei figli (e penso la maggior parte dei bambini) non lo fanno, e questo dal punto di vista educativo non è corretto.
    Per quanto riguarda i miei acquisti, certo, mica si prende la lebbra nei 99C, io spesso ci sono entrato sapendo già cosa volevo e non trovo che questo, come ho già detto più volte, sia sbagliato.
    Infine, se vogliamo parlarci "de visu", se lo desideri sarò ben lieto di offrirti un caffé la prima volta che passo da lì, perdonami invece se preferisco rimanere anonimo sul Blog, ma ritengo che sbandierare i miei dati personali sul WEB non sia una idea intelligente.
    Ciao, Paolo.

    RispondiElimina
  10. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara titolare, mi scuso per la mia inettitudine ma, pasticciando con i pulsanti, ho rimosso senza volerlo il tuo ultimo commento, e non so come fare per farlo riapparire per cui ti pregherei, se hai modi di farlo, di ripostarlo.

      Elimina
  11. Ciao Paolo,
    avevo scritto che sei libero ovviamente di scrivere ciò che credi ma dato che hai un'ottima padronanza di linguaggio potresti esprimere le tue opinioni senza avvalerti di foto offensive che generano incomprensioni assurde.Questo intendevo dire quando ho scritto che sfrutti pubblicità.
    Non trovo che la nostra pubblicità che si limita all'insegna sia ingannevole come quella degli occhiali che hai abbinato alla foto del negozio,il logo 99 cent non fa allusioni perverse e non illude cercando di dare un valore superiore a ciò che propone.
    Mi sono permessa di criticare i tuoi acquisti solo perchè in risposta al commento di Alessandro hai detto che quando entri nei 99C con i tuoi figli esci con almeno 10 cose di cui prima non sentivano minimante la mancanza,e di questo non ha colpa il 99C.Credo che l'educazione dei figli al consumo spetti in primis ai genitori non credi?
    Il risentimento nel vedere pubblicata la foto del mio negozio con contenuti che non rispecchiano la realtà,all'inerno di un blog che parla di stupidità umane, lo ritengo più che legittimo.
    Una cosa è certa che i blog sono un'alternativa interessante per chi ha intenzione di scrivere a ruota libera senza alcuna sorta di regole, questo intendevo quando ho detto "senza metterci la faccia",non pretendo certo di vedere i tuoi dati personali sul WEB.
    Grazie per il caffè ma non ritengo necessario parlarci de visu,ho solo "difeso" la mia attività che è stata inserita in un blog che parla di induzione al consumo diseducativo e non lo trovo giusto.
    Ciao,99C

    RispondiElimina
  12. Ok, se pensi che l'associazione dell'immagine del tuo negozio con quella della pubblicità degli occhiali sia negativa la tolgo subito (questa sera). Io non ero della stessa idea e, del resto, non è col tuo negozio in particolare che ce l'avevo, semplicemente era il più a portata di mano per fare la foto. In quanto al fatto che il mio blog parli di stupidità umana, bè, non dimenticare che la stupidità, da sola, non potrebbe apparire. La stupidità, come il genio, la bellezza, la cattiveria o la luce, se esistono come assoluti si manifestano solamente col contrasto. Non si può parlare di queste cose senza confrontarle con i loro opposti, non tutte le cose di cui mi piace scrivere sono stupide.
    Ciao, Paolo.

    RispondiElimina
  13. Ciao Paolo,
    ho visto che hai rimosso la foto e ci tengo a precisare che non ti ho mai chiesto come hai scritto al posto della stessa di rimuoverla,anche perchè una volta pubblicata una foto è quasi impossibile cancellarla dal WEB.
    Non ho neanche mai detto che tutte le cose di cui ti piace scrivere sono stupide anzi nel commento che hai cancellato per errore, avevo scritto che ho letto alcuni post da te pubblicati e li ho trovati interessanti.
    Sono convinta che esprimere un parere su un qualsiasi argomento sia un diritto di tutti se fatto con una logica costruttiva,invece spesso si esprimo giuduzi con fini tendenzialmente di carattere denigratorio.
    Per farti un esempio,hai scritto entro nel 99C e cerco la cosa" meno schifosa" per poi sostituirla con la "cosa migliore" è questo che non mi spiego,da cosa nasce l'esigenza di usare termini o frasi d'effetto?
    Credo piuttosto che bisognerebbe mettersi nei panni di chi decidiamo di parlare prima di scrivere per evitare tutto ciò,questo atteggiamento lo ritengo sinonimo di intelligenza.
    Sarò anche noiosa ma il successo personale o di ciò che ognuno fa dovrebbe nascere dalla propria creatività e non dal vespaio che si può scatenare scrivendo a sfavore di altri.
    Credo fortemente in ciò che faccio e spero che la mià attività venga considerata utile e non come un'attività commerciale diseducativa.
    ciao,99C








    RispondiElimina
  14. caro paolo credo che tu fino ad adesso abbia detto delle cretinate.... e inoltre credo che se una persona non vuole comprare in questo negozio non ci compra punto e basta e non ha bisogno che qualcuno glielo dica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Anonimo, mi piace il tuo commento, costruttivo e geniale, talmente geniale che credo che si possa applicare a qualunque scritto. Mi meraviglio che, con delle idee simili, tu ti possa sprecare a leggere qualcosa, in fin dei conti se qualcuno ha delle idee le ha punto e basta, mica ha bisogno di confrontarsi con gli altri no?
      Ciao, Paolo.

      Elimina
  15. Paolo fidati stai messo molto male.
    In questo periodo di crisi nera i 99 cent danno una grossa mano a chi con poche monete puo' portarsi a casa prodotti alimentari (in alcuni ci sono) oggetti utili e via dicendo.
    Prova a educare meglio i tuoi figli invece di scrivere cavolate.
    Oppure passa il tempo a criticare i veri mali della società come il parlamento. Altro che i 99 cent! I quali acnche loro stannof acendo fatica ad andare avanti grazie alle politiche e non politiche di questo paese.
    Antonella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Antonella, qua la fatica ad andare avanti la stiamo facendo tutti e non solo i 99C. L'educazione dei figli è un processo complesso, dove purtroppo (o per fortuna) interagiscono diverse persone e non sempre si può basare l'educazione solo sul ragionamento, anzi, quasi mai. Per quanto riguarda i prodotti alimentari a 99C, anche al Lidl ne hanno, e non credo che la soluzione stia lì quanto nel cambiare il modo di consumare, avere sensibilità per i prodotti locali (anche quando costano un po' di più) e comprare meno cose inutili è un inizio e, come ho già detto, non credo che i 99C conducano su questa strada. In linea di prncipio nel mio quartiere di oggetti sotto l'euro se ne possono comprare tanti, sia ai 99C che nei negozi dei cinesi e, in entrambi i casi, i prodotti sono di norma cinesi o, comunque, fabbricati al di fuori della comunità europea. Perché dare denaro ai cinesi quando siamo senza anche noi? Meglio spendere due lire in più, e spenderle in casa propria no?
      Ho visto molte persone che si lamentano di "non starci dentro" comprare la pizza da asporto (e mi piacerebbe sapere se gli hanno fatto lo scontrino). Io, se non ci sto dentro, la pizza me la faccio in casa e spendo la metà o un quarto. Poi ho visto anche famiglie dove, con un mutuo ed uno dei due genitori che ha perso il lavoro, per arrivare alla fine del mese devono rivolgersi al banco alimentare (ed è durissima farlo, lo vedi nei loro sguardi), ma questi ai 99C non ci vanno, forse 99C in tasca non ce li hanno neanche ed é tutta un'altra storia.
      Poi, guarda, io non ho detto che i 99C sono il demonio, solo che mi piace pensare che chi entra in un negozio abbia prima deciso cosa comprare, e non mi sembra che questo sia quello che succede nei 99C. La mia, intendiamoci, è una mia opinione, non metto in dubbio che esistano anche persone che vanno nei 99C con una idea ben precisa in testa.
      Ciao, Paolo

      Elimina
  16. Paolo: tu parli di desideri indotti e di desideri nostri!! giusto, ma come faccio a desiderare una scarpa che non ho mai visto? me la devo immaginare? io penso che per desiderare qualsiasi prodotto , si deve entrare in un negozio, dare un'occhiata a quello che c'è. Poi se un giorno vedo all'ingresso di un negozio :"tutto a 20 euro" ovviamente comincio a preoccuparmi.

    RispondiElimina
  17. Poi, riflettiamoci un po' sul serio. A molti sarà già successo di avere 40 euro nel bancomat, e di uscire a cercare una scarpa ( perché veramente ne hanno bisogno e supponendo che in teoria non abbiano altri fondi da spendere per quell'articolo). Fanno il giro dei negozi, ma non c'è neanche una scarpa a quel prezzo o semplicemente quelle che si trova a quel prezzo non è soddisfacente. Di solito va a finire che si torna a casa a prendere soldi in contanti per completare i 40 euro che non bastano affatto!
    Adesso immaginiamo una città che brulica di negozi a prezzo fisso cioè di qua "tutto a 99 cent" di là "tutto a 10euro", .. "maglie a 15 euro" .. "borse a 60 euro" .. " SCARPE A 40 EURO ". Eccoci che forse riusciamo a fare la spesa con i soldi che ci possiamo permettere, e risparmiamo anche tempo perché si seleziona facilmente il negozio che ci serve, quello che corrisponde all'articolo che cerchiamo, al prezzo che per noi è accettabile.
    lol quest'ultima mi sembra più una battuta.
    non lo so Paolo tu che ne pensi?

    RispondiElimina
  18. quindi forse il problema è il "tutto" di "tutto a 99 cent". S entro dove c'è scritto "tutto a x euro" , molto probabilmente non so cosa fare della mia giornata. Ma se entro a " articoloPreciso a x euro" , è evidente che so quello che sto cercando. *mio desiderio*
    Però a proprio 99 cent è difficile vendere un solo articolo perché ci sarà ben poco da scegliere. o no?

    RispondiElimina
  19. Tu dici che, se non entri in un negozio, non desideri un altro paio di scarpe. Bene, ti rispondo, ottimo, vuole dire che non ti servono, ed allora perché comprarle? Io possiedo un paio di scarpe eleganti, che metto se indosso un abito intero, due paia di scarpe da tutti i giorni (lo stesso tipo di mocassino da quando avevo 14 anni in nero ed in marron), un paio di scarpe invernali per quando nevica o diluvia, un paio di scarpe da ginnastica ed un paio di scarpe da montagna. Quando un pio si rompe lo butto e ne compro uno nuovo e, in tutto questo processo, non desidero affatto altre scarpe anzi, in generale, quando devo buttarne un paio la sola idea di doverne comprare uno nuovo e di doverlo addomesticare, mi secca al punto che, fino all'ultimo, rimando la cosa.
    Ora, magari capisco che qualcuno (io no) si gratifichi nell'abbinare la scarpa col vestito, niente di male in questo, per carità, ma se non ti viene da dentro, se non muori dalla voglia di comprarti un paio di scarpe nuove, perché mai uscire per andare in un negozio dove te la fanno venire?
    Detto per inciso se compri le scarpe solo quando ti servono veramente probabilmente risolvi anche l'altro problema, quello dei 40 euro, e questo anche se le compri migliori e spendi un po' di più.
    Ciao, Paolo.
    P.S: Hai visto le foto del papa, che sale sull'aereo con le scarpe un po' consumate e comode? Bè, se può farlo lui, perché mai io no?

    RispondiElimina