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I Media sono il mercato del futuro |
Quello che Microsoft sta facendo,
sostanzialmente, è tentare di assumere il controllo delle informazioni
digitali. In Seven il DRM è integrato in modo subdolo al sistema operativo ed impedisce al
software di terze parti di interagire con le informazioni contenute nei
file multimediali quando queste sono decriptate, degradandole quando un
hardware o un software non certificati possono accedervi. Non solo, ma
la gestione dei DRM di Seven, ad esempio, consente di bloccare la
registrazione di certe trasmissioni in streaming, o di vietare l'accesso
a certi siti. Immaginiamoci, e non siamo molto lontani, manca solo un
passo per posare il collo sul ceppo e Bill è lì che ci aspetta con la
mannaia in mano, un PC che, ad esempio, si rifiuti di installare un
software che non sia certificato, ed immaginiamoci che la Microsoft si
rifiuti di certificare, ad esempio, tutti i browser che non pongono
limitazioni agli accessi nei siti inclusi in una black list. Ecco, la
censura digitale in un passo, il controllo totale sull'ultima
informazione libera del pianeta. Dopo, è un attimo, Bill potrebbe
dichiararsi presidente, dittatore o magari anche Dio, e chi potrà mai
impedirglielo se sarà lui a controllare le informazioni?
E come
fa, Microsoft, ad imporci questa cosa? Semplice, o usi Seven o il tuo
nuovo hardware non potrà funzionare. O usi Seven o non potrai usare le
nuove bellissime funzioni di Office (che cosa potrà poi mai fare di
nuovo e necessario, me lo si deve spiegare). O usi Seven o il
responsabile della tua azienda non potrà avere il controllo totale sulla
tua macchina e questo lederà sia il suo personale senso di autostima,
che la sua possibilità di impedirti di violare tutta una serie regole
senza la necessità di spiegartene il significato.
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DRM, una nuova schiavitù? |
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Copyright, ma chi e il protetto? |
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Thriller, Michael Jackson |
Prendete, ad esempio un grande della musica, che so, Michael Jackson.
Se pensate che al mondo siamo più di 5 miliardi, trovate così
impensabile che almeno 5 milioni di persone siano disposte a pagare
dieci centesimi di euro per un suo CD originale (più il costo del media,
ovviamente, ma quello ci sarebbe anche su di una copia)? E credete che
mezzo milioni e mezzo di euro a CD non sarebbe un compenso sufficiente
per il suo lavoro? Pensate che ho parlato di 10 centesimi, ma
probabilmente gli amanti del genere pagherebbero volentieri di più per
il loro idolo e che, probabilmente, a desiderare un suo disco a questo
prezzo potrebbero essere più di cinque milioni di persone. Ok,
probabilmente lui guadagnava di più, ma tenete presente che per un
artista ci sono i concerti, le sponsorizzazioni, l'immagine e tanto
altro ancora, i dischi sono solo una goccia nel mare.
Insomma,
non sarebbero gli artisti a rimetterci, ma solo, lo ripeto, quel branco
di lenoni che oggi come oggi controlla l'informazione, categoria di
persone che rischia, comunque, di essere spazzata via dal buon Bill (si, lo so che Bill Gates ha lasciato la Microsoft, ma mi piace lo stesso identificarlo con l'azienda che ha creato) che,
con l'evidente desiderio di rimanere l'unico gallo del pollaio, si
proporrebbe come protettore dei protettori, signore e padrone di tutti
gli artisti di questo mondo. In ogni modo, me ne rendo conto, la sto
tenendo troppo lunga. Chiudo qui, sperando che un inaspettato evento
atmosferico possa cancellare simultaneamente tutte le copie di Seven
presenti sul pianeta, sorgenti compresi e, magari, radere al suolo la
Microsoft in modo che non ne rimanga un solo bit utilizzabile.
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