Nel primo caso il prodotto viene dato con molto anticipo rispetto al raccolto. Il glifosato è un prodotto degradabile il che significa che non rimane a lungo nel terreno (e non raggiunge le falde acquifere). Ogni somministrazione di glifosato su pianta viva ha un tempo di carenza, tempo nel quale attraverso il normale ciclo linfatico il prodotto assorbito per via sistemica viene eliminato, al termine del quale si può dire che il quantitativo del prodotto presente è ridotto a termini accettabili quando non addirittura non misurabile. Con questo non voglio giustificare affatto l'uso del glifosato per la coltivazione del mais ma semplicemente voglio dire che, quando usato in modo appropriato ed in pre-emergenza su varietà resistenti, il quantitativo del prodotto che arriva sulle nostre tavole è minimo, anche se in realtà se ne potrebbe benissimo fare a meno.
Essiccatoio per frumento. |
Nel caso del frumento, invece, cosa succede? Il glifosato viene assorbito dalla pianta che muore e lì resta. Non c'è tempo di carenza per le piante morte in quanto il ciclo linfatico si interrompe ed il prodotto, che tornando a terra verrebbe degradato dai batteri, rimane inalterato finendo direttamente nei nostri cibi. Appare quindi ovvio che l'uso distorto di questo prodotto è non solo inutile, ci sono molte pratiche di buona agricoltura che consentono di ottenere un prodotto privo di umidità e di muffe senza ricorrere al glifosato, ma addirittura criminale in quanto il tempo di carenza indicato per il prodotto non ha assolutamente significato se applicato a piante che non sopravvivono alla applicazione del prodotto stesso.
Riassumendo: si possono fare due usi dei diserbanti, il primo, quello tradizionale, prevede l'uso di varietà resistenti al diserbante in modo che questi agisca selettivamente. E' il meno dannoso per l'uomo in quanto, quando l'applicazione venga fatta precocemente, la maggior parte del prodotto viene degenerata e non finisce nel cibo. Resta comunque il fatto che negli anni si sono sviluppati competitori resistenti ai diserbanti e quindi oggi il loro uso non dà al coltivatore reali vantaggi, vantaggi che invece si possono ottenere semplicemente con la pratica della rotazione e delle alternanze. Il secondo uso, invece, consente un piccolo risparmio economico riducendo la necessità dell'essiccazione post-raccolta a scapito di un residuo di diserbante notevole nei cibi.
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