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Ma che c'entrano i salami con il parlamento? Un piccolo ripasso di ricerca operativa potrà chiarirvelo facilmente. |
Mi
é successo, parlando con amici di governi tecnici, di discutere del fatto se due
tecnici onesti, a differenza di due politici, cioè esseri che non sono né tecnici né onesti per definizione, di fronte alle stesse
premesse giungerebbero alle stesse conclusioni o meno: io sostenevo
di si e loro sostenevano il contrario. Ebbene, dopo averci riflettuto
un attimo sono giunto ad alcune conclusioni che voglio condividere.
Parto dall'ipotesi che prendere una decisione razionale in base a
parametri oggettivi e non soggettivi significhi prendere la stessa
decisione che chiunque,
partendo dagli stessi parametri, avrebbe preso. Per dimostrare questa tesi, o nel caso per dimostrare che non è vera, dovrò rifarmi ad alcuni elementi di ricerca operativa ma eviterò, per quanto possibile eccessive complicazioni. Mi scuso anticipatamente se per farlo dovrò, per qualche attimo, violare la sacralità del nostro parlamento ed introdurre, a titolo di esempio, nel sancta sanctorum del nostro governo alcuni insaccati di maiale. Non mi sembra, del resto, di fare niente di male con questo dal momento che già più di una volta nello stesso luogo sono stati introdotti, mi sembra, addirittura i suini interi.
partendo dagli stessi parametri, avrebbe preso. Per dimostrare questa tesi, o nel caso per dimostrare che non è vera, dovrò rifarmi ad alcuni elementi di ricerca operativa ma eviterò, per quanto possibile eccessive complicazioni. Mi scuso anticipatamente se per farlo dovrò, per qualche attimo, violare la sacralità del nostro parlamento ed introdurre, a titolo di esempio, nel sancta sanctorum del nostro governo alcuni insaccati di maiale. Non mi sembra, del resto, di fare niente di male con questo dal momento che già più di una volta nello stesso luogo sono stati introdotti, mi sembra, addirittura i suini interi.
PICCOLA
NOTA SULLA RICERCA OPERATIVA CHE SPIEGA ANCHE IL COINVOLGIMENTO DEI MAIALI IN QUESTA ALTRIMENTI SERISSIMA DISCUSSIONE
Iniziamo
col dire che in ogni decisione sono coinvolte delle variabili e per spiegarlo facciamo l’esempio di un allevatore di maiali che debba decidere
quanta carne destinare alla produzione di prosciutti e quanta a
quella di salami per cui ipotizziamo che le variabili in gioco siano
il numero dei prosciutti, il numero dei salami e, ovviamente, la
variabile da ottimizzare che, in questo caso, sarà l’utile
dell’azienda. Avremmo potuto fare un esempio più realistico ma è
preferibile, per facilitare la comprensione, che le variabili in
gioco non siano più di 2, che serviranno a formare un sistema di
vincoli ed a definire la funzione obiettivo. Avendo scelto, per
l’esempio, un sistema con due sole variabili, numero dei prosciutti
ed il numero dei salami, possiamo facilmente immaginarlo in un piano
cartesiano, ed ecco spiegato perché limitare l’esempio a 2
variabili, e rimanere così in una dimensione facilmente figurabile.
In questo piano, dove ogni asse rappresenta una delle variabili,
iniziamo a porre dei vincoli, che per il nostro esempio saranno:
- Numero dei prosciutti non negativo: P >=0;
- Numero dei salami non negativo: S>=0;
- Numero dei prosciutti minore del massimo numero dei dei prosciutti vendibili: P<=mp;
- Numero dei salami minore del massimo numero dei salami vendibili: S<=ms;
- Peso totale insaccati minore peso utile totale maiali disponibili: P*pp+S*ps<= N*pu;
- Numero prosciutti<Numero cosce di maiale disponibili: P<2*N;
Poi
aggiungiamo una funzione obiettivo che sarà che una funzione lineare
di S e P del tipo:
- Guadagno totale = Numero prosciutti * guadagno su un prosciutto + numero salami per guadagno su di un salame: G=S*gs+P*gp;
Questa
funzione, essendo G un valore da determinarsi, definisce un fascio di
rette parallele sul piano cartesiano SP.
A
questo punto tracciamo una retta per ogni disequazione del sistema di
vincoli e determiniamo l’inclinazione della funzione obiettivo
tracciando una delle possibili rette, graficamente otterremo qualcosa
del genere:
Il
poligono delimitato dai segmenti ingrossati rappresenta (se
esiste, perché potremmo anche trovarci di fronte ad un sistema di
vincoli che esclude ogni possibile soluzione) lo spazio di
decisione all'interno del quale dovremo trovare la soluzione ottima.
Si può dimostrare (la dimostrazione non é l'obiettivo di questo
post) che di tutte le possibili rette del fascio definito dalla
funzione obiettivo (per intenderci delle rette parallele a quella
rossa) quella che ottimizzerà la variabile obiettivo (nel nostro
caso G) passerà sempre per uno dei vertici del poligono.
L'allevatore di maiali potrà anche essere mosso da motivazioni
soggettive che lo spingeranno a sperimentare soluzioni fuori dal
poligono (scontrandosi contro l'impossibilità pratica) e non
risiedenti su un vertice (e non ottimizzando l'utile) ma, se
si fosse basato solo sui fatti, la soluzione sarebbe stata una ed una
sola (o infinite equivalente nel caso la funzione obiettivo abbia
la stessa pendenza di una delle disequazioni di vincolo, ma questo é
semplicemente un caso particolare che porta comunque alla decisione
univoca di scegliere uno dei punti sulla retta). Si può
facilmente intuire che, al crescere del numero delle variabili, il
poligono diventerebbe prima un poliedro (tre variabili) e quindi un
politopo (N variabili dove N>3) e che la funzione obiettivo
crescerebbe di dimensione a sua volta rendendo sempre più complicata
la raffigurazione geometrica ma posso garantire che,
indipendentemente dal numero delle variabili e dalle dimensioni
spaziali coinvolte, il concetto non cambia.
Ora dimentichiamoci finalmente salami e prosciutti, con grande sollievo dei poveri maiali, e domandiamoci se
portando nel mondo reale e nelle decisioni di tutti i giorni, o anche
in quelle più complesse, che richiedono anni per essere prese,
questo metodo decisionale possiamo arrivare a dire che due
persone distinte, di fronte agli stessi vincoli ed alla stessa
funzione obiettivo prenderanno la stessa decisione?
Ebbene,
avevano ragione i miei amici, la risposta é NO. No perché
abbiamo tralasciato tre dettagli importanti:
- Le disequazioni che definiscono i vincoli e la funzione obiettivo, perché sia vero che la soluzione migliore si trova sempre in un vertice, devono essere lineari ed i metodi di linearizzazione possibili non sono univoci;
- Al crescere del numero delle variabili il numero dei vertici da confrontare non cresce linearmente ed anche applicando metodi ottimizzati di ricerca del vertice migliore, come il simplesso, ci troviamo di fronte ad un problema con tempi di calcolo che variano esponenzialmente con il numero delle variabili in gioco. In pratica basta un numero relativamente piccolo di variabili in gioco perché l'algoritmo diventi non computabile in tempi ragionevoli;
-
Come cambia la rappresentazione
quando si passa nel discreto.
N.B: Non so perché abbiano srcitto
a lato problema difficile, l'immagine
viene da internet.
Se
però poniamo la domanda in modo diverso e ci chiediamo se due
persone distinte, di fronte agli stessi vincoli ed alla stessa
funzione obiettivo, dovranno concordare, dato un insieme finito di
proposte, su quali sono attuabili e quali no?, la risposta é
evidentemente positiva ed altrettanto positiva é la risposta alla
domanda, più importante: Due persone distinte, a fronte degli stessi vincoli e della stessa funzione obiettivo, dovranno necessariamente concordare, dato un insieme finito di proposte attuabili, su quale
sia la migliore?

Questo é come dire che:
spogliandosi
dei preconcetti, accettando che le
idee altrui valgano quanto le nostre e badando solo ai
risultati concreti non si può essere in disaccordo se non sulle premesse.


1
Anche nel nostro esempio, in realtà, lo sarebbero state in quanto
non si possono fare dei mezzi salami o dei mezzi prosciutti né,
tanto meno, ammazzare dei mezzi maiali ma, se il numero di maiali,
di salami e di prosciutti coinvolti è sufficientemente grande la
approssimazione non sposta la vita;
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