
che si sappia. Anche in banca la stessa cosa, salvo poi il fatto che le transazioni per contanti, anche da due metri di distanza, sono sotto gli occhi di tutti. Persino il vostro telefonino, sul quale detenete inopinatamente un "archivio informatico di dati sensibili", la rubrica, per chi non lo avesse capito, viola la legge sulla privacy e, volendo, un giudice intransigente porebbe condannarvi ad una pena detentiva da due a cinque anni salvo le aggravanti del caso. Insomma, oggi, con la privacy, non si vive più, ed io mi domando se, tutto sommato, tutta questa privacy serva, o sia solo un malinteso. Voglio dire, se non sono un criminale, il fatto che le mie conversazioni vengano intercettate, fino a che le informazioni non vengono usate dai miei concorrenti, e non mi risulta che la DEA faccia concorrenza a nessuno, non dovrebbe darmi più fastidio di tanto no? Cerchiamo allora di capire quali sono le informazioni veramente sensibili, e concentriamoci su quelle.
I dati biologici sono sensibili. In un non troppo ipotetico futuro, il fatto che tu abbia quel determinato genotipo potrebbe essere l'informazione giusta perché un cacciatore di organi senza scrupoli ti investa con l'automobile, in modo da rendere disponibile un fegato, un rene o magari un occhio ad un cliente danaroso. Lo so, sembra fantascienza, ma non lo è. Ogni anno migliaia di bambini vengono rapiti e trasformati in pezzi di ricambio. Dunque, in attesa che la chiesa sblocchi la situazione dando il via libera alla clonazione ed alle ricerche sulle staminali, evitiamo di andare a sbandierare in giro il nostro DNA per evitare di fare la stessa fine. Eppure l'USL, anche a fronte di esami che nulla hanno a che vedere con DNA et similari, cerca di estorcere il placet per l'uso dei suddetti dati ai poveri utenti giungendo, alle volte, a malinformare i propri addetti che, di fronte al rifiuto del paziente, spesso asseriscono che, senza quella maledetta firma, non potrà essere erogata la prestazione (l'ultima volta che mi è successo dovevo fare la visita medico sportiva agonistica, il che è tutto dire). Ecco, oltre ai dati biologici, però, non mi viene in mente veramente niente che, se rivelato, potrebbe cambiarmi la vita. I miei gusti sessuali? Vanno bene a me ed a mia moglie, di quello che ne pensano gli altri non potrebbe fregarmene di meno. Religione? Se vuoi la mia opinione in proposito, apriamo una bottiglia di quello buono, perché sarà una cosa lunga. Il mio conto corrente? Vuoto, di solito, ma non vedo nessun motivo di tenere segreto il saldo, né lo vedrei se fossi ricco come Creso. Come andavo a scuola, come ho assolto all'obbligo di leva, come si chiamava la mia prima fidanzata, quali sono le mie opinioni politiche, come mi chiamo, quanti figli ho, cosa mi piace per cena, quanto peso, cosa bevo a tavola, quale è il mio numero di telefono e che medicinali prendo quando ho l'influenza, tutte informazioni sensibili e, almeno a mio parere, tutte informazioni che non possono interessare a nessuno se non a me.
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La nostra vita lascia traccie digitali |

Comunque, e questo è un argomento di riflessione per coloro che temono per la propria privacy, troppe informazioni equivalgono a nessuna informazione. In un mare di dati (tutto il traffico internet di tutte le persone del mondo è veramente un mare di dati) isolare le informazioni che ci interessano diventa quasi impossibile e così, alla fine, fatta salva qualche stupida ricerca di parole chiave (come se i terroristi fossero così scemi da mandarsi messaggi l'un l'altro usando parole come bomba, intifada, attentato o roba del genere) solo una intelligenza umana può veramente essere in grado di analizzare queste informazioni, ed analizzare il traffico digitale di una sola persona potrebbe essere ormai considerato un lavoro a tempo pieno per un analista. Così, oltre che le poche informazioni facilmente estraibili da internet, conoscere i dati sensibili di una persona non è così facile nè utile. Ad esempio, non è che se siete stati su un sito porno per transessuali siate per forza dei gay, magari siete semplicemente dei progettisti che hanno cercato la parola chiave Joystick senza sapere che, nel gergo degli omosessuali americani, è il termine con il quale ci si riferisce al pene, e non ridete, a me è successo.
Concludo dicendo che, dal momento che dietro la privacy si muove una maccchina da miliardi, e dal momento che non ne ricaviamo sostanzialmente nulla, farne a meno e dedicare le stesse risorse a cose come il welfware, forse, ci consentirebbe di viere un po' meglio (e di non continuare a pagare con soldi buoni gli operatori dei call center che, di solito, sono in India o giù di lì).
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