lunedì 26 novembre 2012

la rivoluzione degli e-book

La foto l'ho trovata su internet, ma tanto è identico.
   Sabato hanno regalato a mia figlia un e-book reader. Un bell'oggettino della Sony, lo schermo forse un po' piccolo paragonandolo ad un normale romanzo tascabile e la visione leggermente meno nitida di quella della carta stampata, probabilmente a causa del touch screen, il che obbliga ad usare un font leggermente più grande di quello del succitato tascabile ma, comunque, assolutamente fruibile. Ovviamente mia figlia, che di solito prima aziona le mani e poi il cervello, ha settato di primo acchito la lingua spagnola e, in questo modo, dei libri di esempio contenuti nel lettore sono rimasti solo quelli in lingua spagnola. Poco male, mi sono letto un breve e godibilissimo "El camino del arco" di Paolo Coelho
mentre mia figlia, in attesa di scaricarsi qualche titolo in italiano, si accontentava di un libro di carta.
   Insomma, a parte il fatto che la pagina è, come già detto, un po' piccola, ho trovato il lettore veramente comodo e, ovviamente, ho iniziato a rifletterci un po' su. Con 2 GByte di FlASH interna e 32 di SD Card aggiuntiva si possono memorizzare parecchi libri, forse fin troppi. Io sono un amante del libro cartaceo ma, lo ammetto, per la lettura d'evasione l'oggetto mi tenterebbe, se non altro per togliere un po' di caos dagli scaffali e per evitare di dover, periodicamente, rinunciare ai miei libri donandoli alla biblioteca comunale per fare spazio ai nuovi arrivi. Però, è ovvio, se sarebbe comodo avere tutta la propria biblioteca su un unico supporto grande come un francobollo è anche vero che sarebbe catastrofico perderla tutta in una volta. E così, prima domanda: come funzionano i DRM? Posso farmi un back up?
   E poi, un dubbio: E se voglio prestare un libro? A me piace prestare i miei libri, se non altro per avere qualcuno con cui parlarne. Comincio a guardare in giro come funzionano i DRM e scopro che, come pensavo, sembrano fatti apposta per creare problemi a chi compra il libro. Ma come, io ti pago e tu mi metti un mucchio di limiti, se invece copio il libro in modo abusivo posso farci quello che mi pare. Mi sembra stupido no? E poi, come ho già detto, io voglio poter prestare i miei libri. Voglio poterli fare leggere a chi mi pare e piace perché amo discuterne e voglio anche riaverli indietro, dopo averli prestati, in modo da poterli rileggere io.
Fotocopiare un libro è reato ma
è solo rendendolo poco conveniente
che si può impedirlo!
   La maggior parte dei sistemi di DRM, però, non mi consente assolutamente di fare questo, e guarda caso sono proprio le case editrici convenzionali, quelle che vendono il supporto cartaceo, a creare i maggiori problemi proponendo DRM che sembrano proprio concepiti per impedire a chi compera un libro digitale di goderne normalmente. E, sempre relativamente a queste case editrici che, nel nostro paese, detengono i diritti sulla maggior parte del pubblicato, scopro che i loro cataloghi su internet sono, a dir poco, concepiti in modo penoso.
   Ma come, tu sei la Mondadori o la Feltrinelli, solo per dirne alcune, e non sei in grado di mettere in piedi un sito WEB decente e di proporre i libri a condizioni sensate? Ma allora proprio non vuoi venderli questi libri elettronici...ed è proprio così. Perché mai, del resto, una casa editrice che ha investito miliardi nei circuiti convenzionali, che possiede tipografie, distributori e negozi, che sostanzialmente del libro cartaceo ha un mercato sicuro e stabile dovrebbe cambiare improvvisamente la propria politica confrontandosi ad armi pari con dei parvenu che, altrimenti, non potrebbero minimamente impensierirla sul suo terreno preferito? Ed allora ecco spiegato l'inghippo, i grandi editori non vogliono il libro elettronico. A loro fa più comodo che tutto resti come ora e per questo invece che fronteggiarlo apertamente, lo combattono creando piccoli disagi in modo da disincentivarne semplicemente l'uso.
   E poi, pensateci bene, con il libro cartaceo l'impatto della copertina in vetrina, da solo, è un ottimo agente pubblicitario. Avere i propri libri in vetrina nelle maggiori librerie, avere i propri negozi nel centro delle città e disporre dei migliori grafici per la realizzazione delle copertine è un metodo certo per poter vendere i propri libri, buoni o cattivi che essi siano. I piccoli editori che non possono contare su questa promozione e gli autori sconosciuti che sono costretti a rivolgersi ai piccoli editori sono giocoforza tagliati fuori da questo mercato dei "grandi". Chi di voi, prima che Camilleri la rendesse celebre, aveva mai comprato un libro della Sellerio? E non ditemi che di Camilleri, un vero e proprio fenomeno editoriale, ce ne sono tanti. Camilleri, che io apprezzo moltissimo come scrittore, senza i suoi telefilm sarebbe probabilmente rimasto un ottimo scrittore semisconosciuto. Il libro elettronico darebbe forza ai piccoli editori ed agli esordienti, consentendo a chi è effettivamente "bravo" di vendere di più di uno "scribacchino" spinto da una grande macchina pubblicitaria. 
   E quindi scordatevi quindi, per adesso, di poter avere tutta la vostra biblioteca su di un solo chip e di poter comprare un libro alle 4 di mattina semplicemente con un click.
Vanessa de Oliveira, scrittrice sudamericana,
si spoglia per protestare contro la  pirateria
editoriale...cartacea. A Lima i libri costano
troppo e chi non può pagare li fotocopia.
Se costassero meno, però, forse...
   E torniamo a parlare di DRM. Non mi sembra, correggetemi se sbaglio, che ci sia tutto questo gran circolare di libri cartacei fotocopiati. Io, che leggo tantissimo, ne posseggo solo due, uno è una copia di un libro introvabile di Shannon (che comprerei volentieri se lo ristampassero) e l'altro è la copia di un libro (che poi ho comprato) il cui prezzo, trentamila lire, mi sembrava scandaloso per 5 pagine scritte in grande. Eppure non ci sono protezioni contro la copiatura dei libri. E' vero che in teoria le copisterie non dovrebbero fotocopiarli ma è anche vero che, oggi come oggi, con scanner e stampante laser, si potrebbe duplicare in casa un libro ad un costo contenuto, eppure non lo si fa. Non lo si fa per pigrizia, non lo si fa perché il tempo è denaro, non lo si fa per il piacere di avere l'originale, non lo si fa per non fare la figura dell'idiota con un pacco di fotocopie in mano, non lo si fa perché piace pensare di aver sovvenzionato il lavoro dell'autore o per una miriade di altri motivi ma, comunque, non lo si fa. Ed allora, perché mai non dovrebbe essere lo stesso per il libro digitale?
   Ok, è vero che il libro digitale lo si può copiare in modo che la copia sia perfettamente indistinguibile dall'originale con uno sforzo minimo ma è anche vero che esistono delle forme di watermarking(1) che consentono di disincentivare il fenomeno della copia senza introdurre limitazioni all'uso del bene che, non dimentichiamoci, viene pagato dal compratore con denaro sonante. Basterebbe, e questo non viene fatto, rendere semplice l'acquisto del libro digitale e proporlo ad un prezzo ragionevole per disincentivare la copia abusiva. Certo, sicuramente qualche furbo ci sarà ma  non dimentichiamo che anche ora ci sono siti dove si possono scaricare le copie cartacee dei libri scannerizzati e quindi non cambierebbe quasi nulla. In compenso se i prezzi dei libri fossero ragionevoli e se, specialmente, esistesse la consapevolezza che, con l'editoria elettronica, il denaro pagato vada in massima parte all'autore, sono certo che la gente pagherebbe ben più volentieri l'originale. In fin dei conti arricchire miliardari come i vari Berlusconi e Feltrinelli , RCS e B&D non fa piacere a nessuno, mentre pagare un compenso ad un autore per un'opera letteraria non disturba più di tanto.
   C'è da dire che, con l'editoria elettronica, una buona parte del costo di un libro scomparirebbe. Scomparirebbe, come ovvio, il costo per la realizzazione fisica dell'oggetto (carta, inchiostro, macchine, locali, personale) ma anche quello del trasporto e quello dell'invenduto. Scomparirebbe una buona parte del costo bancario dovuto all'investimento iniziale (eh sì, prima di poter vendere un libro è indispensabile stamparlo ed anticipare i soldini) ed il costo di personale di tutte le librerie che non aggiungono in plus(2) verrebbe eliminato. Se pensiamo a quanto questo può influire sul costo finale del libro, possiamo tranquillamente considerare che un libro elettronico di successo possa essere venduto, pur mantenendo inalterati i compensi per l'autore e dando un giusto compenso a chi si occupa dell'edizione, a meno di cinque euro. Ora, se per comprare un libro elettronico ci fosse un modo semplice, senza perdite di tempo causate da cose come il "verified by visa" che, su un bene di quel prezzo, mi sembrano assolutamente inutili, senza tanti DRM, in modo da garantire all'acquirente ogni possibile uso lecito del proprio acquisto e se il prezzo fosse effettivamente contenuto, sono ragionevolmente certo che l'editoria elettronica potrebbe rapidamente affiancarsi a quella convenzionale portandole via una buona fetta di mercato e, specialmente, costringendo i nostri cari editori, quelli che in questo momento ci fanno pagare un tascabile anche 15 euro (negli anni 80 un tascabile costava circa 2000 lire ed uno stipendio base era di 900000 lire, pari a 450 libri. Oggi un tascabile costa almeno 10 euro ed uno stipendio base è di 1000 euro, pari al massimo a 100 libri, alla faccia della svalutazione) ad offrirci qualcosa di meglio lucrandoci meno.

(1) Si tratta di una tecnica che consente di inserire in modo più o meno visibile i dati relativi all'acquirente all'interno del bene acquistato in modo che, da una eventuale copia, sia possibile risalire al proprietario dell'originale che è servito per la duplicazione. Non sono sistemi impossibili da aggirare ma, del resto, nessuno dei sistemi di DRM normalmente utilizzati lo è, basti pensare che per duplicare abusivamente un libro protetto è sufficiente, senza la necessità di nessuna conoscenza particolare,  passarne le pagine allo scanner (operazione possibile con i lettori che usano display ad inchiostro elettronico) e, con un comunissimo OCR, ricostruirne il testo.

(2) Ci sono tante librerie dove i commessi non solo non sanno consigliare ma, almeno apparentemente, non sanno neanche leggere o, per lo meno, non hanno mai letto nulla che non fosse un best seller. Ecco, rinuncio volentieri a contribuire a pagare lo stipendio a persone del genere, perché non mi danno nulla in cambio. Ci sono invece alcuni librai, pochi purtroppo, che sanno cosa vendono, che ti rintracciano in titolo da una descrizione, che hanno letto tanto e, con un paio di domande, possono consigliarti un libro che ti lascerà soddisfatto dei soldi spesi. Questi, secondo me, non avranno niente da perdere con l'avvento del libro elettronico. Basterà che offrano le loro competenze sul web, creando una libreria virtuale, e non resteranno senza lavoro. E poi, che diamine, i libri di carta non devono mica scomparire, solo essere affiancati dall'alternativa elettronica.

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