martedì 7 maggio 2013

E' successo di nuovo

http://www.uilpa.it/images/stories/notizie_immagini/evasione-fiscale.gif   E' successo di nuovo. Ieri sera avevamo amici a cena, una cosa così, non organizzata, ed abbiamo ordinato qualche pizza da asporto per i bambini e delle insalate per noi. L'ordine, come al solito, attraverso internet; la pizzeria, memori dei problemi di scontrino, non era quella delle volte precedenti ma un'altra che dava un tempo di consegna di 30 minuti il che, tutto sommato, ci andava bene. Al di là del fatto che per consegnare il cibo, dopo una telefonata di sollecito, ci hanno messo quasi un'ora, quando si è presentato il fattorino non aveva lo scontrino fiscale. L'ho mandato a prenderlo ed è
tornato, gentilissimo, col primo scontrino della giornata, fantastico no?
   Insomma, a due casi non si applica la legge dei grandi numeri ma direi che, comunque, il sospetto che  questi pizzaioli da asporto evadano le tasse dovrebbe venirci no? Quindi, problema: come fare per evitarlo?
   Le soluzioni che vengono proposte dai vari partiti politici sono molteplici e vanno dalle punizioni corporali (potrai anche essere nullatenente, ma due frustate sulla pelle nuda sono comunque un ottimo deterrente) all'allontanamento immediato (giusto il tempo di spegnere il forno, ma non quello di recuperare i beni) ma io credo che, in realtà, ci sia un'altra soluzione più semplice e, per lo meno, non così cruenta: basterebbe che nessun extracomunitario potesse aprire una partita IVA in Italia senza prima aver fornito all'ufficio dell'erario una fideiussione a garanzia della sua solvibilità in caso di contestazioni fiscali o senza l'avvallo di un cittadino italiano solvibile che gli faccia da mallevadore e che si renda corresponsabile in caso di frode fiscale. Certo, probabilmente questo renderebbe molto difficile per uno straniero aprire una attività autonoma e, forse, farebbe si che i cittadini italiani potessero, in questo modo, sfruttare il lavoro di quegli immigrati che, altrimenti, aprirebbero attività loro ma, in fin dei conti, che male ci sarebbe? Del resto non vedo nessun motivo per facilitare le cose a persone che, poi, portano all'estero quanto guadagnato (e quanto rubato all'erario) e chi s'è visto s'è visto. In altre parole: Sei uno straniero e vuoi venire in Italia senza un capitale a fare un lavoro che non richiede competenze? Puoi farlo, certo, ma da dipendente, e questo almeno fino a che non hai un capitale (o la fiducia di una banca). Poi, una volta che hai dimostrato di essere una persona seria e, specialmente, di essere solvibile, bé, allora puoi anche aprire una attività tua, ben consapevole però che non potrai sfuggire al fisco o che, per lo meno, il tuo capitale non potrà farlo. Non ti vanno bene queste condizioni? Sei sempre libero di restartene a casa tua, lasciando il tuo posto a qualcuno meglio intenzionato e disposto a pagare, con le tasse, i benefici di abitare in un paese civile.
   E a chi dice che una norma del genere sarebbe discriminatoria, vorrei dire che sì, certo, sarebbe discriminatoria ma, del resto, mi sembra che il dovere di uno stato civile sia quello di pensare ai propri cittadini prima che a quelli degli altri paesi, regole da scialuppa di salvataggio ma, del resto, in questo momento non si navigha certo in acque tranquille no?
   E poi, sempre in merito di tasse, vorrei ricordare che ci sono aziende, le più grandi aziende del mondo per l'esattezza, che vengono in Italia ad occupare nicchie di mercato che prima erano in mano a piccoli commercianti ed artigiani e che, a differenza di questi ultimi, pagano le tasse (poche, per carità) ovunque meno che nel nostro paese. Mi sto riferendo, ad esempio, all'IKEA, ma anche a LDIL e a CARREFOUR, giusto per citarne qualcuno. Certo, questi signori non evadono non facendo lo scontrino ma molto più semplicemente, spostando gli utili in nazioni che sono caratterizzate da una imposizione bassa o nulla, eludono il fisco. Se lo stato Italiano vietasse alle multinazionali di attuare manovre di questo tipo (ma bisogna scendere nel merito per farlo, perché gli stratagemmi usati sono i più disparati) probabilmente il fisco incasserebbe molto di più di quanto non incassi ora ed il potere di questi colossi sarebbe minore, anzi, magari la smetterebbero di colonizzare il nostro paese. E se mi si dice che, in fin dei conti, questi colossi creano dei posti di lavoro, vorrei replicare che le case si arredavano anche prima dell'arrivo di IKEA e che cibo e suppellettili varie si sono sempre comprate anche prima che LIDL e CARREFOUR venissero ad insegnarci come si costruisce un grande magazzino per cui, alla fine, questi signori non hanno creato nuovi posti di lavoro, ma ne hanno sostituiti alcuni già esistenti con i loro. In pratica le multinazionali della vendita quando arrivano in un paese non generano ricchezza ma povertà e, oltretutto, lo fanno senza pagare le tasse o, per lo meno, pagandone molte meno di quanto dovrebbero.
   Ma, e con questo finiamo il post, se credete che ad eludere il fisco siano solo le sopracitate vi sbagliate di grosso. Al primo posto, in Italia, io metterei ENEL ed ENI, entrambe controllano una miriade di società composte a scatola cinese e molte delle quali con sede in paradisi fiscali, e per fortuna che si tratta di società controllate dallo stato, pensa se poi fossero state completamente private...

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