Il nostro presidente del consiglio mentre cerca di emulare il mago Otelma. |
Il futuro dei dipendenti statali? |
In Italia ci sono poco più di 17 milioni di ettari di
terreno agricolo. Una agricoltura intelligente, se fossimo tutti vegetariani,
impiegherebbe fra culture cerealicole, orticole e frutticole 6 milioni di ettari per sostentare tutti gli abitanti del
paese, resterebbero quindi 11 milioni di ettari da dedicare a pascolo e
colture alternative. Se pensiamo in termini di bovini 11 milioni di ettari
possono sostentare circa 11 milioni di vacche allevate con tecnica mista
pascolo/fieno ma, in realtà, 11 milioni di bovini sono un po’ troppi per un consumo sensato anche
perché, considerando una età media di macellazione di 24 mesi, significherebbe
comunque un animale macellato l’anno per ogni 10 persone ed un decimo di mucca
l’anno, credetemi, è veramente una montagna di carne. Pensiamo quindi di ridurre il parco
bovini nazionale a due milioni di capi, corrispondenti circa ad un
cinquantesimo di capo pro capite l’anno. Forse potrà sembrare poco ma insomma,
calcolate quante bistecchine vengono fuori da un cinquantesimo di 500 chili di
bestia(2) e vedrete che sono sufficienti. Ci rimangono ancora 9 milioni
di ettari dei quali, se vogliamo allevare anche un po’ di maiali, diciamo uno l’anno
ogni 10 persone, considerando che un ettaro di terra può sostentare 8 maiali e
che l’età di macellazione per avere la massima qualità è di 18 mesi ne useremo un
altro milione per questo tipo di allevamento, portando a 8 milioni il residuo. Consideriamo anche di allevare gli animali da aia, polli,
conigli, tacchini, oche, faraone e così via, nonché pecore e capre che però possono pascolare su terreni secondari, e che il costo sia di circa un
ulteriore milione di ettari (e così abbiamo anche le uova e possiamo fare delle
bellissime frittate). Rimangono ancora 7 milioni di ettari il cui uso ci
consentirebbe di impiegare varietà vegetali meno redditizie ma più resistenti
alle malattie e, specialmente, di aumentare la diversificazione delle cultivar
con grande vantaggio dal punto di vista del controllo dei parassiti e delle
epidemie. Con questo abbiamo tralasciato ancora la produzione ittica, che
richiederebbe un discorso a parte, ed il selvatico, ma c’è da dire
che anche questi possono contribuire al nostro budget calorico-proteico, sia pure in
misura minore.
Insomma, l’Italia,
malgrado gli italiani siano veramente tanti, potrebbe garantire a tutti cibo in
abbondanza, ed allora cosa ci manca? Ci mancano due cose: un insieme di
regolamenti che dispongano dei territori coltivabili per il loro miglior uso e
che definiscano i criteri di allevamento ed il numero di capi ammissibile in
Italia, ed una corretta gestione delle risorse idriche. Ecco, le risorse
idriche sono un altro punto dolente. In Italia non si è investito abbastanza in
questo senso, mancano bacini di raccolta ed invasi, gli acquedotti sono vetusti
e, specialmente, l’acqua viene usata nel modo sbagliato. In Italia si allevano
attualmente 6 milioni di bovini, troppi per le reali esigenze del paese, e 10
milioni di suini. Questi allevamenti consumano risorse idriche in abbondanza e
contribuiscono all’inquinamento dei corsi d’acqua principali con relativi
fenomeni di eutrofizzazione delle alghe (così poi i tedeschi vanno in costa azzurra). Allevare meno animali significa avere
più acqua per le coltivazioni e per
prevenire un fenomeno che, attualmente, sta diventando preoccupante, la
desertificazione dei terreni agricoli. Anche il prelievo d’acqua per le industrie
è eccessivo. Non dico che l’Italia debba diventare un paese di contadini ma, diciamocelo,
potendo coltivare la terra ricavandoci uno stipendio dignitoso e senza essere
costretti ad orari massacranti ed all’uso di sostanze chimiche pericolose,
preferireste fare gli operai alla FIAT o i contadini? Meno industrie, quindi,
magari preferendo quelle che ci consentono di esportare prodotti altamente
tecnologici a quelle di bassa manovalanza e, specialmente, preferendo quelle
che hanno un ridotto impatto ambientale e che non sperperano preziose materie
prime, cominciando dall’acqua che, nel prossimo secolo, diventerà più preziosa
del petrolio.
L'altra faccia del governo |
(1) Mi piace l'assonanza di questa frase con quella di Marco Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare: Bruto dice che Cesare era ambizioso, e Bruto è un uomo d'onore... parole vuote (quelle di Bruto intendo, cosa avete capito, non mi permetterei mai di dire che sono vuote anche quelle del nostro presidente del consiglio dei ministri, un po' di rispetto, che diamine, in fin dei conti è un uomo di una certa età, con i capelli bianchi, mica come quello prima, il nano in doppiopetto, come si chiamava pure?).
(2) Dieci chili a testa, diciamo cinque tolto lo scarto, fanno fra hamburger e bistecchine 50 porzioni da un etto l’anno, volete forse mangiare carne bovina più di una volta alla settimana? E le vostre arterie, non ci pensate alle arterie? Meno carne bovina dunque e, specialmente, carne di bovini che hanno camminato, pascolato, corso, saltato e, magari, anche tirato un carro; un po' più dura forse ma molto più saporita e con meno colesterolo.
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